Brano: [...]tado campano, riceve un messaggio: il mittente, per lui persona quasi sconosciuta, lo invita a recarsi immediatamente a Napoli per comunicargli un segreto, tanto importante da non potersi affidare alle carte. La mattina dopo, « a ore undici, con tempo sereno, con vento di Ponente segnando il termometro 18.8, l'igrometro 64, ed il pluviometro 0,02 », dopo falsa partenza su mula troppo ombrosa, ha inizio il viaggio, circa quaranta miglia fatte un po' a piedi, un po' in diligenza, per la campagna, per la città, visitando manicomi, caffè affollati, alberghi, teatri, negozi alla moda, case nobili e borghesi, catapecchie. Alla fine il segreto resterà tale: colui che ne possedeva la chiave nel frattempo sarà morto.
Potrebbe trattarsi dell'intreccio di una moderna opera dell'assurdo; è invece l'esile trama attorno a cui è stato costruito il Viaggio di tre giorni, pubblicato anonimo nel 1832 (Firenze, Stamperia Granducale all'Insegna di Pallade). L'autore si può identificare con certezza in Luigi Ciampolini, uno sconosciuto per la critica, o quasi: napoleonico[...]
[...]cista, che non disdegna però una professionale collaborazione con l'« Antologia », è ai suoi tempi scrittore pressoché ignorato. Eppure conosce Leopardi, Giovan Battista Niccolini, il tragediografo e carbonaro Francesco Benedetti, Giovanni Rosini, il Giordani, Filippo Pananti, ed è noto al Foscolo; anzi, l'incontro con quest'ultimo, come ci confessa in una sua breve autobiografia finora inedita, si rivelò per lui molto importante: « `Io vi conosco', mi disse egli il Foscolo, venendomi incontro e stendendomi cortesemente la mano, e mi recitò il sonetto La Venere Italica scolpita da Antonio Canova [stampata dal Ciampolini nel 1812], facendomi encomio che soddisfece molto alla mia ambizioncella. E Foscolo era uno di quegli scrittori, che mi andava a genio e per le sue poesie e per le stravaganze del suo vivere e per quella fibra risentita che mi pare di avere comune seco lui ».
Il Viaggio di tre giorni si colloca alla fine di una carriera caratterizzata da un perdurante sperimentalismo che, dopo la pubblicazione di canonici Idilli (1817 e[...]
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In tal senso l'insegnamento del Foscolo era rimasto senza effetto e l'austriacante Paride Zajotti, collaboratore assiduo della « Biblioteca Italiana », in un citatissimo articolo sul romanzo, poteva definire il Viaggio sentimentale dignitoso, il Tristram Shandy assolutamente improponibile, dato che « l'avviluppo delle passioni, degli affetti, dei sentimenti, delle idee » veniva presentato in quell'opera privo del necessario `ordine' e `controllo' razionale. Il giudizio, pubblicato (la coincidenza si fa ironia) nel settembre 1827, all'incirca quando nel cimitero di Chiswick veniva tumulato l'ultimo grande lettore di Sterne, non destò clamorose reazioni. Anche sul versante democratico, a causa del malinteso rapporto fra letteratura e impegno risorgimentale, la traduzione del Sentimental Journey, coinvolta nella crescente sfortuna critica del suo autore, non riusciva, assieme alla Notizia intorno a Didimo Chierico, a liberarsi dal giudizio che ancora oggi la vuole assolutamente legata ad un momento di disimpegno e di rinuncia e non, inve[...]
[...]ione, e si auspica cosí una piú equa distribuzione delle ricchezze. E altrove non perde l'occasione per criticare il sistema doganale, la crudeltà della vita militare, i manicomi disumani.
È questo un aspetto da non sottovalutare, perché conseguenza prima del bisogno avvertito dal Ciampolini di stabilire un piú diretto contatto fra la scrittura e il proprio tempo, l'Italia della Restaurazione. Tuttavia, leggendo, si avverte che l'impianto `aperto' su cui poggia l'opera non ha un valore puramente strumentale, come nei già ricordati resoconti di viaggio in cui piccole storie, vari accidenti si presentano come semplici spunti per riflessioni ed ammonimenti, quasi che la vicenda si riduca a fare da spalla al piú sostanzioso apparato gnomico.
Sono questi gli anni in cui il romanzo storico (dal Guerrazzi al D'Azeglio) si mostra restio a rinunciare ad un congegno narrativo che non sia strettamente didascalico, a momenti parabolistico, con l'inevitabile resultato che i messaggi sulla strategia risorgimentale finiscono con il limitare fortemen[...]
[...]'ogni colpa, vergogna di chi lo creò » (Biblioteca Riccardiana e Moreniana di Firenze, Palagi, 382, 24).
Decisamente quelli non erano tempi favorevoli per lui, impegnato a costruire contraddittori con romanzi che gli si rivelavano sempre piú confezionati e ammansitori, utili ad una borghesia tesa alla ricerca di un'identità, anche culturale, su cui impostare la `rivoluzione' del '59'60. Il romanzo storico (ma non solamente quello, come si è un po' accennato) avvalendosi — rarissime le eccezioni — di una nuova mitologia, si configurò subito come il linguaggio piú idoneo attorno cui organizzare una precisa politica del consenso. Era la nuova retorica, un impianto non estrinseco, non intercambiabile, connaturata all'essenza stessa del nuovo potere, che, mentre agiva al proprio interno dandosi chiare coordinate ideologiche, attuava verso le altre classi (si ricordi come gli scritti del democratico Guerrazzi venissero letti ad operai e contadini) una imbonitoria manipolazione.
Il Ciampolini, un minimo della letteratura — ché altro non si v[...]
[...]altre classi sociali; l'arte (e l'acuirsi delle repressioni politiche sarà in tal senso dannoso) non era chiamata a svolgere un dibattito, a risvegliare il senso critico dei lettori, degli ascoltanti; i tempi non lo consentivano. Laurence Sterne, Denis Diderot erano per il momento accantonati; che il Ciampolini con la sua prosa recuperasse potenzialità espressive del romanzo, troppo presto cadute in disuso, poco interessava: il nostro `terzo stato' aveva già fatto la sua scelta, salendo sul pulpito domenicale.
LUCA Tos CHI
Nota biobibliografica
« Se io guardassi alla mia fede di nascita sarei venuto al mondo li 8 Agosto 1786, a ore ... del mattino; ma siccome non ebbi perfetta cognizione dell'esser mio che circa l'anno 1792, da questo punto daterò l'epoca dell'esser mio [...] E la mia prima sensazione fu il dolore. Affranto dal male appena reggevami in gambe. Una vecchia serva da un lato, un bastoncino dall'altro sorreggevano le deboli membra a gran stento [...] Appena cominciai a fare uso di me cominciarono le tribolazioni di ciò ch[...]
[...]reggevami in gambe. Una vecchia serva da un lato, un bastoncino dall'altro sorreggevano le deboli membra a gran stento [...] Appena cominciai a fare uso di me cominciarono le tribolazioni di ciò che volgarmente chiamasi educazione che dovrebbe piuttosto appellarsi snaturamento e strazio della puerizia ». Cosi il Ciampolini in una nota autobiografica ricorda la sua prima infanzia trascorsa ad Empoli presso il nonno paterno, educato da una zia un po' particolare: « in procrearla Natura s'ingannò avrebbe dovuto formare un uomo, tanto era ella simile a femmina. Cavalcava magistralmente, tirava di spada, trattava benissimo armi da fuoco ».
Furono anni difficili, come ebbe modo di ricordare piú volte, e maggiormente lo furono quelli trascorsi nella casa paterna. Ecco come ci riporta l'incontro con la madre: « La sera ch'io giunsi non essendo i miei genitori in casa gli aspettai con grande impazienza e quando giunsero per fare una sorpresa a mia madre mi nascosi dietro una porta e quando fu per entrar nella stanza le saltai al collo per bacia[...]
[...]lioteca Nazionale Centrale di Firenze (mss. da ordinare) esiste un bel fondo ciampoliniano con materiale inedito; si segnalano, oltre alle citate note autobiografiche, Del principale ufficio della storia, uno schema de La presa di Ravenna, la traduzione dell'Edipo Re di Sofocle, Rime, appunti per le poesie pastorali. Numerose lettere sono consultabili presso la stessa biblioteca e la Forteguerriana di Pistoia (una ricca corrispondenza tenuta con Niccolò Puccini). Altri documenti presso l'archivio del gabinetto « Vieusseux », la biblioteca Riccardiana Moreniana, l'Accademia della Crusca, a Firenze.
Interventi della critica sull'opera del Ciampolini: K. X. Y. [Niccolò Tommaseo], Viaggio di tre giorni, Firenze, Stamp. Granducale a spese di L. Giuliani all'insegna di Pallade, 1832, « Antologia », marzo 1832, pp. 14952; ORESTE RAGGI, Prose e poesie di Luigi Ciampolini. Firenze, per G. Piatti, 1838, « Giornale arcadico di scienze, lettere ed arti », gennaiomarzo 1839, pp. 5963; G[IUSEPPE] A[JAzzI], Luigi Ciampolini, « Archivio Storico Italiano », 1846, a[...]